Presentazione Squadre 2020: Israel Start-Up Nation
Nome diverso, panorama diverso. Il 2020 è l’anno del grande salto per la Israel Start Up Nation, che sbarca nel World Tour dopo tre stagioni a livello Professional e nella categoria continental. L’obiettivo di fondo è di non patire il secondo salto in pochi anni e riuscire a ritagliarsi il proprio spazio nel panorama mondiale. Per perseguire questo obiettivo, il sodalizio israeliano ha inserito nel suo organico, mischiato con quello della Katusha-Alpecin di cui ha acquisito la licenza, diversi corridori di grande esperienza, con la speranza di avere le possibilità di lasciare il segno su tutti i terreni. In sostanza, la formazione diretta da Kjell Carlström ha un leader accertato per le varie tipologie di corsa e tanti corridori di medio-alto livello pronti a concorrere per vittorie parziali e piazzamenti di spessore.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Quattro capitani, quindi. Il più atteso è anche il colpo di mercato più importante piazzato dalla dirigenza della Israel. Si tratta dell’irlandese Dan Martin, che deve lasciarsi alle spalle l’esperienza con il UAE Team Emirates, decisamente sotto le aspettative. Il vincitore di Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2013) e Lombardia (2014) ha già fatto sapere di voler puntare forte sul Tour de France 2020, oltre che sulle Classiche delle Ardenne, da sempre uno dei suoi terreni di caccia preferiti. Nella scorsa stagione era stato protagonista nelle corse di inizio stagione per poi spegnersi progressivamente; per il 2020 il cambio di tipologia di calendario è netto e nella sua nuova squadra sperano di vederlo di nuovo battagliare con i primissimi alla Grande Boucle.
Molto esperto è anche il riferimento principe per le volate, anche lui volto nuovo per la squadra, André Greipel, che di anni ne ha appena fatti 37 ma che vuole ancora buttarsi a capofitto negli sprint. Anche per lui il nuovo anno può essere quello del riscatto, dopo la negativa esperienza all’Arkéa-Samsic: il tedesco riparte dall’invidiabile quota di 156 successi, chissà che il contatore non debba essere aggiornato, puntando sempre a grandi traguardi. Il tedesco avrà anche chiaramente un ruolo importante al servizio della squadra, nel far crescere gli altri velocisti e dando il suo contributo nelle classiche del Nord, con le quali ha mostrato più volte un bel feeling.
Con la licenza è arrivato anche uno dei corridori più interessanti per quel che riguarda il pavé: toccherà infatti a Nils Politt indossare i gradi di capitano nelle corse del Nord, cercando magari di ripetere, se non migliorare, quanto fatto nel 2019 (secondo alla Roubaix e quinto al Fiandre), anno in cui è stato probabilmente la nota più positiva della Katusha – Alpecin. Tra i corridori emergenti nella specialità, il 25enne tedesco ha mostrato importanti margini di progressione e avrà al suo fianco una squadra quasi interamente al suo servizio per continuare la sua crescita.
Per le brevi corse a tappe, invece, in casa Israel si affidano nuovamente a uno specialista del settore, quel Ben Hermans che nel 2019 ha vinto Giro d’Austria e Tour of Utah, piazzandosi anche secondo alla Adriatica Ionica Race. A lui quindi spetterà curare le classifiche e magari andare a caccia di successi di giornata laddove i percorsi, mossi, glielo permetteranno. Corridore esplosivo, adatto a salite brevi ma che ben si difende anche quando le pendenze durano più a lungo, sarà un corridore importante anche per le Ardenne, alternandosi nel ruolo di capitano e ultimo uomo, a seconda delle circostanze.
La Israel Start Up Nation può inoltre far conto su una lunga serie di corridori di esperienza e che fanno della solidità la loro caratteristica distintiva. Ecco quindi Davide Cimolai, unico azzurro della formazione, che l’anno scorso ha vinto la Vuelta Castilla y Leon, mettendo poi in fila una notevole sequenza di piazzamenti, in corse di tutti i livelli. Dalla formazione elvetica di matrice russa arrivano inoltre ben cinque corridori di un certo spessore. Per le cronometro si fa grande affidamento su Alex Dowsett, uno che ha dimostrato di avere un gran passo ma che deve ritrovare l’intesa con la vittoria, mentre il navigato Daniel Navarro, 36 anni, sarà uomo da fughe e da traguardi parziali, pronto anche a mettersi al servizio del team quando serve, vista anche l’importante esperienza in tal senso al fianco di un certo Alberto Contador.
Qualcosa ci si aspetta anche da Rick Zabel, che nel 2019 ha lanciato qualche lampo di classe, mentre il belga Jenthe Biermans può essere un’altra carta da piazzamento nelle brevi corse a tappe e nelle corse più movimentate, cercando di mostrare le qualità che da dilettante lo hanno fatto emergere come uno dei più promettenti. Da Mads Würtz Schmidt ci si attende qualche cenno di vita sportiva maggiore rispetto a quanto fatto vedere con la maglia della Katusha, periodo in cui non ha brillato per continuità, pur mettendo in luce discrete qualità.
Capitolo a parte lo merita Krists Neilands. Reduce da una stagione eccellente (vittoria al Giro d’Ungheria e terzo posto nella generale della Arctic Race of Norway), migliorando ulteriormente un bel 2018, il lettone è un corridore che ha dimostrato di non aver paura di attaccare e di avere qualità di fondo non indifferenti. Le grandi salite non fanno per lui, ma su terreni mossi e insidiosi può essere una carta di qualità nel mazzo della Israel Start-Up Nation, contando che, comunque, ha ancora 25 anni e può crescere ancora.
Attenzione anche al belga Tom Van Asbroeck, uno che anche nel recente passato ha dimostrato di avere ancora un notevole spunto veloce, e allo statunitense Travis McCabe, che compie il balzo nel World Tour a 30 anni forte di qualità parse in costante crescita nelle corse in cui ha preso parte. Merita, sulla carta, un po’ di considerazione anche il canadese James Piccoli, che sbarca al massimo livello mondiale a 28 anni. Nelle corse del continente nord-americano è sempre stato protagonista, oltre che onnipresente nelle classifiche generali. Regolarista vecchio stile, proverà a ripetersi con la nuova maglia. Il salto non è semplice, ma recentemente il suo connazionale Mike Woods ha mostrato che dal paese della foglia d’acero possono emergere talenti tardivi. Saranno in ogni caso corridori preziosi per supportare i capitani.
LE GIOVANI PROMESSE
C’è grande curiosità intorno al colosso estone Norman Vahtra. Velocista classe 1997, sbarca nel World Tour dopo diverse stagioni nella galassia delle corse minori, in cui ha spesso lasciato il segno negli ordini d’arrivo, soprattutto nell’annata appena concluso. Ora per lui cambiano avversari, distanze e ritmi, ma i mezzi fisici paiono notevoli. Altro estone, meno giovane, è Mihkel Räim, che nel panorama delle gare di secondo piano si è spesso messo in luce: stesso discorso fatto poco fa per il connazionale, con entrambi che possono trarre giovamento dall’essere in una squadra che parte con poca pressione. Neoprofessionista “puro” è il 20enne francese Alexis Renard, uno a cui piace la salita. Arriva fra i “grandi” senza particolari risultati alle spalle e con tanta esperienza da fare: chissà che il 2020 non possa essere il primo gradino di una scala che porta verso la gloria.
Matteo Badilatti non è proprio giovanissimo (27 anni), ma dal punto di vista dell’anzianità in gruppo è quasi un neopro’. Nella scorsa stagione, la prima vera al livello più alto, ha mostrato sprazzi interessanti, soprattutto quando la strada saliva. Non ha brillato per continuità, ma potrebbe essere una delle sorprese dell’annata in casa Israel.
Molto acerbi, sulla carta, sono i due “paladini di casa” Itamar Einhorn e Omer Goldstein, mentre il tre volte campione israeliano Guy Sagiv proverà a farsi vedere in qualche occasione in più rispetto al recente passato: gli anni sono ancora 25 quindi il tempo per crescere c’è ancora. Il loro obiettivo principalmente è di non risultare mere comparse nei grandi appuntamenti, ma di poter avere anche un ruolo a livello sportivo per mostrare che il progetto israeliano ha anche una forte e giustifica componente nazionale.
LA SQUADRA
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